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Il Quartetto d'archi di Torino festeggia i suoi trentasette anni di attività essendosi formato nel 1988 grazie a Piero Farulli e Gyorgy Kurtág. Tra le registrazioni discografiche si segnalano: un cd dedicato alla mitteleuropa (Webern, Berg, Janaček), un cd con il Quartetto in mi minore e la trascrizione di Un ballo in maschera Giuseppe Verdi, uno dedicato a Nicola Sani (Four darks in the red) e uno a Giacinto Scelsi entrambi per Stradivarius, un cd di Alessandro Appignani (The last bard) per Brilliant. Inoltre cd dedicati alla musica di Ezio Bosso.
La notorietà presso il grande pubblico è arrivata grazie alla colonna sonora (BMG) del film di Gabriele Salvatores Io non ho paura composta da Ezio Bosso (2002), spesso proposta in concerto in forma di suite. La collaborazione con Ezio Bosso è proseguita poi con una seconda incisione con The ways of thousand and one comet (2004), Lettere - IV Quartetto (2004) e The Lodger (2005). Nel 2022 incide The four letter per la Buxus records.
Il Quartetto d’archi di Torino ha molti amici con i quali suona e suonava: Vinicio Capossela e Dario Brunori tra i cantautori italiani, Valentin Berlinsky, violoncello fondatore del Quartetto Borodine, Enrico Dindo, violoncello, Aldo Ciccolini, pianoforte (con il quale ha realizzato un cd per l'etichetta Phoenix dedicato a Guido Alberto Fano), i clarinettisti Sergio Delmastro e Giuseppe Garbarino, Piero Farulli (viola del celeberrimo Quartetto Italiano), la viola di Olga Arzilli, Antonello Farulli e Ula Ulijona, Frederic Zigante per la chitarra, in ottetto con lo Skampa Quartet e il Quartetto Prometeo.
Tra gli ultimi progetti citiamo la rielaborazione (2024) della sonorizzazione del film The Lodger di Alfred Hitchcock fatta nel 2006 da Ezio Bosso con aggiunta di inserti composti da Manuel Zigante. Dal 2023 il Quartetto ha deciso di produrre nuove composizioni per quartetto realizzate dagli stessi esecutori. È tra i pochissimi quartetti al mondo ad eseguire regolarmente il String Quartet di Morton Feldman, il quartetto più lungo della storia e opera cult della musica contemporanea, della durata di circa sei ore.